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I consigli dell’Informagiovani per conoscere e affrontare il colloqui… anche senza esperienza!

Con il lavoro di rete e l’ultima versione del tuo CV hai fatto centro: ti hanno chiamato da un’importante azienda del territorio bergamasco per proporti un colloquio conoscitivo e valutarti per ricoprire la posizione lavorativa corrispondente alla tua candidatura.

Anche se sai di avere tutte le carte in regola per portare a casa un contratto, la tensione ti sta facendo temere che qualcosa possa andare storto. In effetti, durante i colloqui di lavoro, i titoli e le esperienze possono passare in secondo piano, se non sai come gestire l’interview (sì, nel 2022 si chiama così). Ecco quindi una guida completa al colloquio: dalla struttura alle domande frequenti, passando per le modalità di svolgimento… tutto quello che c’è da sapere perché nulla sia lasciato al caso e poter terminare la chiacchierata con la consapevolezza di aver dato il meglio.

Aspettando colloquio lavoro preparazione
Foto di Craig Adderley da Pexels

COSA SONO I COLLOQUI DI LAVORO

Può sembrare banale, ma, prima ancora di dedicare tempo alle decisioni che riguardano cosa dire o come vestirsi al colloquio, è fondamentale che tu abbia chiara la loro funzione nelle fasi di selezione.

I colloqui di lavoro sono lo strumento utilizzato da chi offre lavoro per scegliere quale candidata o candidato sia migliore per ricoprire uno specifico ruolo.

Uno strumento ha sempre bisogno di una finalità (la scelta della persona migliore) e di qualcuno che lo utilizzi (chi offre lavoro, in questo caso). Vediamo, quindi, chi sono coloro che si occupano di intervistare le potenziali nuove risorse.

CHI FA I COLLOQUI DI LAVORO

Chiariamo subito che le interviste per la ricerca del personale possono essere svolte da più figure.

Sapevi, però, che esiste una figura professionale specifica che ha come proprio focus lavorativo la selezione di candidate e candidati?  Si tratta di recruiters (selezionatori/selezionatrici in italiano) e possono essere sia figure interne all’azienda o all’organizzazione, sia professioniste/i esterni. In questo secondo caso, possono:

  1. Ricoprire il proprio ruolo all’interno di enti accreditati ai servizi al lavoro (ad esempio le conosciutissime Agenzie del lavoro)
  2. Esercitare la professione in maniera autonoma.

Ciò di cui devi essere consapevole, prima di sostenere il tuo prossimo colloquio di lavoro, è che un/una recuiter condurrà l’intervista con un approccio che sarà il più possibile scientifico, frutto di anni di studio e di ricerche. Alcune domande potranno non essere centrate specificamente sul lavoro, ma essere indirette, ma sempre indicative di alcuni aspetti della tua personalità e della tua esperienza professionale.

Altre volte, invece, le selezioni vengono effettuate direttamente dalla stessa persona che darà lavoro, oppure una lavoratrice o un lavoratore identificata dal datore di lavoro. In questo caso è molto probabile che la selezione non sarà condotta con la stessa scientificità con cui la condurrebbe una selezionatrice professionista. Più frequentemente, questo tipo di colloqui di lavoro vertono sulla concretezza delle mansioni che dovranno essere svolte e sulla capacità della persona candidata di saperle svolgere.

MODALITÀ E TIPOLOGIE

Ora che ne sai abbastanza su selezionatrici e selezionatori, è il momento di guardare alla modalità con cui possono svolgersi i colloqui.

Di sicuro anche tu hai immaginato il tipico colloquio di lavoro dove ti trovi di fronte all’intervistatore, pronta o pronto a porti una serie di domande per indagare che tipo di persona sei sul lavoro.

Esistono, in verità, altri metodi per condurre dei colloqui di selezione. Qui sotto te ne raccontiamo due di quelli usati più di frequente.

Foto di fauxels da Pexels

Assessment di gruppo: sono veri e propri colloqui collettivi,  utili a recruiter per individuare e comprendere alcune caratteristiche delle candidate e dei candidati, come la predisposizione per il lavoro di gruppo, la responsabilità o le doti di leadership (e sì, sono tutte competenze trasversali). In queste occasioni  possono esserci fasi che simulano una situazione tipica della tipologia di lavoro per cui hai proposto la candidatura, ma non per forza: capita anche che siano richiesti ragionamenti che nulla hanno a che fare con l’ambito lavorativo relativo al processo di selezione. Ok, ma ti chiederai: allora perché vengono fatti? Perché nel momento in cui non ti è possibile usare le tue competenze tecniche, e cioè quelle specificità formali che ti permettono di svolgere un lavoro anziché un altro, ti troverai a dover utilizzare tutta una serie di altre capacità, altrettanto importanti, come il  problem solving o la capacità di collaborare con altre persone (i tuoi competitor-compagni di selezione). Sarà possibile sondare le tue competenze trasversali, appunto. Questo tipo di assessment è lo strumento, quindi,  che consente a chi conduce la selezione di procedere con una prima scrematura tra le candidature. A questa prima fase potrebbe seguire un’ulteriore selezione di gruppo e un ultimo colloquio individuale.

Colloquio a fasi: come per il colloquio di gruppo, anche quelli individuali possono prevedere più fasi. È una dinamica molto diffusa, che consente alla persona incaricata della selezione di riflettere, scansionare meglio i profili, procedere con una prima scrematura, derivante dal primo colloquio conoscitivo, e proseguire per fasi successive, che conducono, un dettaglio alla volta, alla selezione finale.

COME PRERARARSI AI COLLOQUI DI LAVORO

Sapevi che il punto di partenza per un bel colloquio è avere un Curriculum ben fatto? Infatti il tuo CV può diventare sia la traccia per farti porre quelle domande a cui sai rispondere bene, sia lo strumento strategico che non fa sorgere dubbi (che si traducono in domande scomode) al recruiter.

Ad esempio: se parli di competenze trasversali sul tuo CV Europass, vale la pena descriverle con esempi concreti. Cosa fare se hai scelto, invece, un modello di CV creativo e non ti resta abbastanza spazio per poter dettagliare queste competenze? Ciò che funziona è avere ben chiare in testa tutte le specifiche situazioni da raccontare per dimostrare di avere esercitato quelle skills.  

Un’altra risorsa fondamentale per gestire al meglio il colloquio di lavoro è lo studio della realtà a cui stai proponendo la candidatura: sapere quali sono le peculiarità, gli obiettivi, i valori del posto in cui vorremmo lavorare (i siti Internet sono una grande fonte di informazioni in questo senso) ti aiuterà a dimostrare che sei in linea con le aspettative. Anche individuare alcune debolezze, se ti senti particolarmente capace, può essere molto utile, perché potrai proporre soluzioni.

Non sempre è possibile, ma, se riesci, vale la pena indagare su chi condurrà l’interview, magari chiedendo a persone della tua rete che la/lo conoscono, per capire come solitamente affronta i colloqui (sta zitta o parla molto? Fa tante domande di una certa tipologia? Si comporta in modo distaccato e freddo? Fa il simpatico? Ecc. ) e poterti adeguare al meglio.

A proposito, sapevi che esiste una piattaforma regionale dedicata all’Orientamento che ti aiuta anche a esercitarti sui colloqui grazie alla simulazione digitale con quattro tipologie di intervistatori e intervistatrici? Si chiama Talent Hub e puoi registrarti a questo link.

QUALI DOMANDE VENGONO FATTE AI COLLOQUI

Prevedere tutte le domande di un colloquio è impossibile, bisogna farsene una ragione.
Puoi però imparare a distinguere le diverse tipologie di domande, così da avere gli strumenti per affrontarle al meglio.
Ecco alcune categorie di domande frequenti:

Domande dei colloqui di lavoro
Foto di Sora Shimazaki da Pexels
  • Domande generali e conoscitive: “Mi parli di lei…”

Solitamente poste all’inizio del colloquio, queste domande servono a rompere il ghiaccio. Qui puoi giocarti alcuni temi su cui vorresti ti vengano fatte ulteriori domande di approfondimento.

  • Domande motivazionali dirette: “Per quale motivo vuole lavorare qui?”

Sono il nocciolo esplicito del colloquio, è rispondendo a queste domande che dimostrerai di aver studiato per questa specifica intervista.

  • Domande motivazionali indirette: “Si considera una persona che ha successo?”

Sono quelle alle quali dovresti porre più attenzione: qui devi allenarti a condurre il discorso dove vuoi tu.

  • Domande illecite (sia dirette che indirette): “Ha figli? È sposato/a?”
domande da non fare al colloquio di lavoro

Sapevi che non si possono fare domande di questo tipo? Puoi, però, rispondere in diversi modi: ad esempio, cogliendo la domanda implicita e quindi dimostrando di avere perfettamente colto l’intenzione dell’intervistatore (“sì, e sono disponibile a trasferte”), oppure dichiarando l’illecito di quella domanda.

  • Domande di logica: “Quanti ascensori ci sono in Italia?”

Sono tutte quelle domande per le quali si dà per scontato tu non sappia rispondere per conoscenza diretta, ma alla cui conclusione puoi arrivare attivando un processo logico. Prendi la domanda riportata sopra: potresti ragionare su quanti abitanti ha l’Italia, fare una stima dei nuclei familiari e quindi abitativi, un’ulteriore stima di quanti di questi nuclei abitino in edifici a più piani ed infine una stima di quanti di questi possano avere l’ascensore. Quello che interesserà alla persona che ti sta selezionando non sarà l’esattezza della risposta, ma la validità del tuo ragionamento.

CHE ATTEGGIAMENTO AVERE DURANTE UN COLLOQUIO DI LAVORO

Se quello che leggerai da questo punto in poi ti sembra scontato, sappi che davvero non è così e anni di esperienza all’Informagiovani ce lo hanno insegnato.

La brava e il bravo recruiter sanno come mettere in difficoltà le persone che hanno di fronte perché emergano quelle debolezze caratteriali che potranno essere decisive (anche in negativo) per l’ andamento del colloquio.

Detto questo, preparati a tenere sempre un atteggiamento sereno e umile, che non significa non dare valore alle tue capacità, ma riconoscere che quelle capacità sono comuni ad altre persone e che, quindi, non sei necessariamente l’unica e la migliore risorsa in circolazione per quella posizione lavorativa.

Allo stesso modo, però, dovrai avere sicurezza nel mostrare e argomentare le tue competenze. Mantieni sempre la calma, anche di fronte a sollecitazioni scomode che ti fanno proprio arrabbiare.

Parla sinceramente dei tuoi lavori passati, evita però qualsiasi commento negativo nei confronti di colleghi, manager o aziende precedenti. Non aver timore di dichiarare le tue intenzioni: se, ad esempio, vuoi cambiare lavoro per guadagnare di più, è giusto che tu lo dica! Non mentire sulle tue reali capacità perché sarebbe una partenza in salita e zoppicante:  ciò che dici di saper fare, prima o poi, ti verrà richiesto.

Bene, ora che sai cosa aspettarti da un colloquio di selezione, puoi iniziare a progettare la tua strategia per trovare lavoro. Come farlo? Puoi iniziare scoprendo i nostri consigli nella rubrica SIX TIPS con l’Informagiovani, la trovi sui canali Instagram di @informagiovanibergamo e @bergamoperigiovani.

G. Montisci | Spazio Informagiovani